Aproweb offre un servizio a pagamento per il recupero di domini intestati illegalmente a terzi (webmaster, web agency, ecc...). L'operazione di riacquisizione può andar a buon fine nella maggior parte dei casi ma è necessario valutare la situazione dominio per dominio, in quanto le procedure variano a seconda dell'estensione (.it, .com, .net, ecc...) e di altri fattori (dati dell'intestatario, società di hosting, sede del server, ecc...).
Indice degli argomenti di questo articolo:
Nella maggior parte dei casi, il dominio è facilmente riconoscibile dalle “www” che lo precedono, ma non mancano casi in cui le tre “w” vengano omesse per brevità, semplicità ed impostazioni del server. Tutti i domini, invece, hanno sempre un'estensione finale (.it, .com, .net, ecc...) chiamata "primo livello" (in inglese "top-level domain", abbreviato in TLD).
Esempio: il dominio della nostra web agency è: www.aproweb.it .
Esistono due tipologie di domini di primo livello: i ccTLD (country code top-level domain) e i gTLD (generic top-level domain).
- I ccTLD sono i domini di primo livello nazionali e fanno riferimento a nazioni. Es: .it per l'Italia, .fr per la Francia, .at per l'Austria e via dicendo.
- I gTLD sono invece i domini di primo livello generici come il .com, il .net, il .info e tanti altri ancora.
Il nome a dominio è l'elemento più importante di un sito Internet in quanto, senza di esso, la home-page sarebbe raggiungibile esclusivamente tramite una stringa numerica poco facile da ricordare. Questa stringa non è altro che l'IP univoco (es: 217.194.7.10) del server presso il quale risiede il sito web.
Va inoltre ricordato che ad ogni dominio possono essere associati infinite email (il limite è imposto esclusivamente dalla società di hosting o dalle caratteristiche tecniche del server). L'email è composta da una sequenza di caratteri alfanumerici, compresi alcuni simboli come l'underscore (_) ed il punto (.), seguiti dal simbolo della chiocciola (@) e dal nome del dominio con l'estensione finale.
La stretta correlazione tra dominio ed email rende alquanto importante tutta la questione della titolarità del dominio e del suo utilizzo: perdendo il possesso di un dominio si perde il controllo anche delle email ad esso associate. Pertanto qualcun'altro potrebbe ricevere le comunicazioni, ordini e richieste di preventivo a noi indirizzate.
L'assegnazione di un dominio ha durata annuale finché si provvede al pagamento. Tuttavia possono esserci casi in cui il dominio venga rinnovato tacitamente di anno in anno o casi in cui passi in uno stato di "limbo" (Expired, Grace Period) prima di scadere e tornare di nuovo libero e registrabile da chiunque.
Per trasparenza e correttezza, il committente di un sito web (il "Cliente") dovrebbe essere il titolare esclusivo del dominio. Tuttavia, nella realtà, accade, spesso e troppo volentieri, che siano gli stessi webmaster, i freelance o la web agency di turno ad appropiarsi dei domini dei propri Clienti. Questa pratica viene mascherata sotto forma di "agevolazione" atta a semplificare le procedure di registrazione del dominio stesso. Se per certi aspetti questa affermazione può essere vera, col tempo questa "agevolazione" potrebbe danneggiare il Cliente stesso, la sua immagine e/o la sua attività commerciale.
L'assegnazione di un dominio viene effettuata col principio del " first-come, first-served" (in italiano: primo arrivato, primo servito). Pertanto chi prima presenta la domanda di registrazione, prima ne diventa titolare e, come tale, è libero di eseguire qualsiasi operazione prevista dal regolamento ICANN (trasferimento di titolarità, cambio registro, modificati dati intestatario, cancellazione, ecc...).
Pertanto quando si affida la registrazione ad un'agenzia web o un freelance è bene mettere per iscritto nel contratto che il nome a dominio dovrà essere intestato all'azienda committente.
L'operazione di cambio è indispensabile per svincolarsi definitivamente sia dalla società che offre il servizio di hosting presso la quale risiedono i dati del proprio sito Internet, sia per “tagliare” i rapporti con colui che gestiva il sito web. Cambiare fornitore di hosting vuol dire anche bloccare qualsiasi tipo di accesso non autorizzato tramite password del Pannello di controllo dell'hosting, password FTP ed altro. Tale procedura, in gergo tecnico chiamata " cambio registro" quando si passa da un registro ad un altro, può essere fatta esclusivamente previa autorizzazione del titolare del dominio, compilando dei moduli elettronici e soprattutto usando dei codici di sicurezza ("auth-code" o "transfer key") inviati all'email del titolare per sbloccare il dominio e renderlo trasferibile.
Proprio quando il dominio è intestato a terzi, sorgono i problemi più grossi. Nella maggior parte dei casi, si verificano tentativi di estorsione da parte di webmaster/web agency poco corretti che ricattano economicamente il Cliente nel tentativo di non perderlo o di lucrarci ancora qualche Euro.
Per i domini .com, nella maggior parte dei casi, è possibile seguire una procedura simile a quella riportata sopra seguendo le indicazioni in inglese riportate all'indirizzo: http://www.whois.com/whois/ .